Musica Greca – Conclusione

Rebetiko era il prodotto del mondo sotterraneo. Le terribili condizioni di vita in città durante lo sviluppo industriale, la povertà e l’uso autarchico del potere da parte dei governi sono tutte terre fertili per l’emersione dei gruppi non privilegiati; fu questo che assicuro’ il materiale affinche’ il Rebetiko esistesse. Non fu mai un istigazione politica. Fu semplicemente una canzone di protesta: un’espressione di afflizione e di disperazione, il rifiuto degli sbagliati indumenti sociali e il rifiuto dei “down-and-outs” di essere assoggettati a un qualsiasi sistema di coesistenza sociale. La combinazione degli elementi culturali eterogenei che lo contengono e la sua modanatura finale avvennero all’interno della Grecia, essendo il Greco la lingua usata ed il veicolo principale ed il suo pubblico la popolazione Greca. Questo porta alla conclusione che il Rebetiko e’ un identita’. Dal 1960 fino ad oggi l’urbanizzazione estesa della popolazione Greca e l’ammodernamento graduale del modo di vivere basato sul modello occidentale, hanno provocato la rimozione degli elementi vitali del Rebetiko; il numero degli stranieri fu ridotto e l’eredità culturale del paese e dell’est e’ stata rifiutata essendo stata superata. Il Rebetiko duro’ finche’ le circostanze sociali e culturali continuarono ad alimentarlo. Queste circostanze terminarono naturalmente, data la velocità di progresso ed il cambiamento del ventesimo secolo.

In tutto il mondo comparsero elementi simili a quelli del Rebetiko per quello che riguarda la sua ragione d’esistere, le sue origini, il successo e il declino: il Blues in America, la “canzoni dei vagabondi” nel diciannovesimo secolo in Francia, il Flamenco in Spagna, il Tango in Argentina. La seguente citazione da un testo da Manos Hadzidakis ha potuto applicarsi molto bene ai suddetti fenomeni musicali, mantenendo naturalmente le giuste proporzioni: “… il Rebetiko ha cessato di esistere dal momento che lo abbiamo tenuto nelle nostre mani – come gli affreschi nelle catacombe del Fellini, che sono spariti non appena l’aria del mondo superiore li ha toccati. Il Rebetiko e’ realmente esistito soltanto durante il periodo in cui e’ stato prodotto illegalmente, in posti segreti e remoti, da qualche parte intorno a noi. Ha continuato a respirare anche quando ha cominciato esprimere efficacemente le prove ardue e le esperienze durante gli anni del dopoguerra di una gente ancora angosciata dalla devastazione, gente maltrattata che sentiva l’impulso di comunicare in modo erotico e non poteva e che sentiva il bisogno di scappare dalla sua realtà e di nuovo non poteva. Questo intero periodo ha prodotto per noi ottanta canzoni. Nient’altro. Ottanta canzoni e un mito, pittoreschi come Theophilos (pittore tradizionale) e Karagiozis (teatro tradizionale delle ombre).

Molte delle registrazioni di musica Smyrnaiika e Rebetika che e’ possibile ascoltare oggi, su 78, LP, cassetta, o CD, arrivano dagli archivi di Dino Papas, un ufficiale di polizia pensionato a Detroit, Michigan, che possiede un’ampia raccolta di registrazioni originali di Rebetika. Altre registrazioni arrivano dalla collezione di Marty Schwartz, professore a Berkeley. Purtroppo, poco credito e’ stato dato a questi due individui, grazie ai quali il mondo ancora sa della musica Rebetika, uno stile che e’ quasi completamente scomparso dopo il 1945. Oltre al lavoro di Papas e di Schwartz, c’e’ stata una rinascita di Rebetika di una specie differente, in America, Australia ed in Grecia: i nuovi gruppi stanno effettuando le cover di vecchie canzoni di Rebetika, a volte sforzandosi di ricreare esattamente l’originale, a volte modernizzando i pezzi con strumeni elettrici e la strumentazione più completa. Ana Bouboula e’ uno dei gruppi di rinascita meglio conosciuti. Non ci sono notizie di gruppi turchi che suonino specificamente Rebetika, fatta eccezione per alcuni lavori di Yeni Turku che hanno risuscitato alcune canzoni folk di quell’epoca.

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