Musei di Rodi: Museo archeologico
La maggior parte dei reperti archeologici di piu’ significativa importanza per le isole del Dodecanneso sono raccolte nel Museo Archeologico di Rodi, originariamente costruito per essere utilizzato come Ospedale Maggiore della citta’ durante il periodo della dominazione dei Cavalieri di San Giovanni (XV secolo). Il secondo ospedale usato dai Cavalieri e’ ora sede della biblioteca dell’Istituto Archeologico. I visitatori che accedono alla citta’ vecchia dall’ingresso del porto realizzano che il palazzo del museo occupa l’intero raggio visivo. Dall’ingresso principale si ha accesso al cortile centrale interno dove si trova la statua di un leone che trattiene con le zampe la testa di un toro. All’interno dell’edificio vi e’ una vasta collezione di epitaffi del periodo Classico, Ellenistico, Romano e dei Cavalieri di San Giovanni cosi’ come anche un enorme numero di interessanti statue incluse due Kouros e due Afroditi (la piu’ piccola delle quali e’ nota come Afroditi di Rodi) ed un’ampia collezione di urne e vasi.
Piazza del Museo, Citta’ Medievale vicino alla Via Dei Cavalieri
Museo d’arte decorativa
Il Museo di Arte Decorativa di Rodi e’ situato in piazza Argyrokastrou, a pochi metri dalla Galleria d’Arte Municipale. Nonostante sia un edificio piuttosto piccolo, ospita una bellissima collezione di ceramiche, stoffe e tappeti, pezzi di legno intagliati e ricami oltre a costumi tradizionali, utensili, attrezzi e arredamenti.
Piazza Argyrokastrou, Citta’ Medievale.
Museo d’arte bizantina
La chiesa della Vergine del Castello (Panagia tou Kastrou), uno degli edifici piu’ imponenti della citta’ vecchia di Rodi, situata all’inizio della via dei Cavalieri, ospita al suo interno il Museo Bizantino di Rodi. Costruita alla fine dell’XI secolo d.C., la sua struttura architettonica e’ a pianta a croce sormontata da una cupola, con il braccio ovest della croce piu’ lungo degli altri. Fino al 1309, quando l’isola fu ceduta all’ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, e’ stata la cattedrale bizantina di Rodi. Successivamente venne convertita nella cattedrale Cattolica Romana, un evento menzionato anche in una bolla papale del 1322.
Piazza del Museo, Citta’ Medievale.
Galleria municipale
La Galleria Municipale di Rodi fu inaugurata nel 1962 da Andreas Ioannou, uno studente della Scuola Greca Moderna di Pittura che era Prefetto del Dodecanneso in quegli anni. La Galleria oggi ospita una delle piu’ rappresentative ed autorevoli collezioni dei dipinti Greci del ventesimo secolo. La maggior parte dei pittori greci che hanno creativamente lavorato nelle ultimi nove decadi sviluppando le caratteristiche dell’arte greca moderna, sono rappresentati in questa collezione attraverso alcuni dei loro lavori piu’ caratteristici.
Piazza Symi 2, Citta’ Medievale.
Centro espositivo del palazzo del Gran Maestro
Il Palazzo del Gran Maestro e’ un edificio approssimativamente quadrato (80×75 m.) disegnato intorno ad un grande cortile interno (50×40 m.). Costruito alla fine del VII secolo per funzionare come cittadella della fortezza Bizantina, continuo’ a giocare il suo ruolo durante il periodo Bizantino e il periodo dei Cavalieri di San Giovanni (1309-1522). L’edificio venne modificato prima che i Cavalieri si stabilissero sull’isola; nei primi 25 anni del XIV secolo i Cavalieri cominciarono a restaurare la cittadella Bizantina e la convertirono nella residenza del Gran Maestro e centro amministrativo del loro stato.
Vi si arriva anche percorrendo la Via Dei Cavalieri.
Mura medievali
Capolavoro di architettura militare, queste mura imponenti corrono per 4 km, inframmezzate da 151 stemmi di Gran Maestri e Cavalieri. Il giro delle mura parte dal palazzo del Gran Maestro. Gli orari sono esposti in loco.
Mostre di Rodi antica e Rodi medievale
Entrambe queste esposizioni sono inserite nella visita guidata al Palazzo del Gran Maestro. La mostra su Rodi Medievale e’ intitolata “Rodi dal IV secolo d.C. alla conquista turca (1522)” e offre uno scorcio della vita quotidiana e degli affari in epoca medievale bizantina, con icone coeve, ceramiche italiane e spagnole, armature e articoli militari. La sezione dedicata all’antichita’, dal titolo “Rodi Antica: 2400 anni” si affaccia sul cortile interno. Ripercorre 45 anni di ricerche archeologiche sull’isola, con una collezione meravigliosa di reperti.
Torre dell’orologio
Attaccata alla porta d’Amboise, la torre dell’orologio restaurata vanta una vista spettacolare. Fu eretta nel 1852, al posto di una bizantina e segna il confine del Collachium.

Biblioteca musulmana
La Biblioteca di Hafiz Ahmet Aga (1793) custodisce una cronaca dell’assedio di Rodi del 1522. Si tratta di una collezione di rarissimi manoscritti arabi e persiani, che comprende copie del Corano abilmente miniate del XV e XVI secolo, restituite nei primi anni Novanta alla biblioteca dopo essere state rubate e riscoperte a Londra.
Via Orfeos 44, Citta’ Medievale.
Stazione idrobiologica, l’acquario di Rodi

L’edificio della Stazione Idrobiologica di Rodi e’ stato costruito tra il 1934 e il 1936. Nel 1937, sotto la dominazione italiana, opero’ come Reale Istituto di Ricerce Biologiche di Rodi, fino al 1945, quando, dopo l’unione del Dodecanneso con la Grecia, fu ri-nominato “Istituto Idrobiologico Ellenico” ed opero’ sotto il controllo dell’Accademia di Atene. Oggi, la Stazione Idrobiologica di Rodi funziona come museo, acquario ed anche come centro di ricerca ed appartiene al Centro Nazionale di Ricerca Marina. Lo scopo della stazione idrobiologica di Rodi e’ la conservazione e l’esposizione delle creature imbalsamate e viventi del Mar Mediterraneo.
Nell’acquario i visitatori (200.000 all’anno circa) possono ammirare esemplari di anthozoa, molluschi (gasteropodi e cefalopodi), diverse specie appartenenti alla famiglia del granchio, echinodermi e le seguenti famiglie di pesci: Dasyatidae, Mullidae, Sparidea, Centrachantidae, Labridae, Scaridae, Siganidae, Mugilidae, Scopaenidae, Triglidae, Balistidae, Monacanthidae, cosi’ come tartarughe marine. Nel museo sono anche esposti vari generi di squali e di altri pesci, tartarughe marine, balene dentate(Odontoceti), e foche monache del Mediterraneo. Grazie alle sovvenzioni per le ricerche della Stazione Idrobiologica di Rodi e del Centro Nazionale di Ricerca Marina, la stazione effettua programmi di ricerca, riguardanti ogni aspetto dell’Oceanografia dell’area del Dodecanneso. Ricopre inoltre la funzione di unità di ricerca di modello nel Mediterraneo.

Nel 1934, durante l’occupazione italiana delle isole del Dodecanneso (1912-1943), il regolatore Mario Lago diede il via alla costruzione del “Reale Istituto di Ricerche Biologiche di Rodi” sul “capo Mili”, il punto più a nord dell’isola di Rodi. L’architetto italiano Armando Bernabiti si occupo’ dei progetti di progettazione e di costruzione, l’ultima rifinitura avvenne nel 1935. Nel suo lavoro, gli elementi architettonici di arte e locali di Deco sono stati uniti con altri dell’estetica navale, quali le linee curve, aperture come gli oblò, vari livelli d’innalzamento e una torretta cilindrica centrale. La fauna marina ha ispirato la decorazione principale dell’entrata.
L’interno originale dell’acquario, decorato con le roccie porose e conchiglie naturali, ricorda una caverna subacquea e non è cambiato nel tempo. Invariato inoltre è rimasto il pavimento, ricoperto da un mosaico nero e bianco di ciottoli, su cui sono rappresentate le creature marine. L’esterno originale della costruzione non è cambiato fino al 1971-72, quando un corridoio di mostra (museo) e una piscina per le guarnizioni sono stati aggiunti sul lato del nord. L’istituto ha cominciato a funzionare nel 1937 focalizzando principalmente sugli oggetti biologici ed idrologici relativi al mare Egeo ed anche sui problemi riguardanti la pesca della spugna, le industrie della pesca e l’entomologia agricola, ospitando allo stesso tempo un acquario con i campioni interessanti della fauna mediterranea.
Dal 1948, quando le isole di Dodecanneso furono unite alla Grecia, fino al 1963, l’istituto ha continuato a funzionare come Stazione Regionale dell’Istituto Idrobiologico Ellenico sotto il controllo dell’Accademia di Scienze do Atene. Dal 1963, con il relativo nome attuale, “la stazione idrobiologica di Rhodes” (H.s.r.) funziona come Acquario-Museo ed unità di ricerca del centro ellenico per ricerca marina (H.C.M.R.-Ministero dello sviluppo/Segretariato generale di ricerca e tecnologia). Il Ministero greco della cultura ha caratterizzato l’edificio dell’H.S.R come riferimento storico ed esempio distinto dello stile architettonico internazionale. Lo scopo della stazione idrobiologica marina di Rodi e’ quello di “sviluppare e propagare la conoscenza scientifica sull’ambiente marino e sulla sua conservazione”.

Le specie piu’ interessanti della flora e fauna endemiche ai mari Mediterraneo ed Egeo sono principalmente esibite nell’acquario, assieme ad alcune specie provenienti dal mare rosso. Nella parte dell’acquario che è dedicata alla vita marina ci sono 12 serbatoi, da 1.000 a 5.000 litri di capienza, un serbatoio circolare centrale da 25.000 litri e 15 piccoli acquari di 50-100 litri di capienza ciascuno. Nel museo un acquario da 1.000 litri ospita i pesci Ghizani (ghigii di Ladigesocypris), d’acqua dolce e in via di estinzione, endemici all’isola di Rodi. Gestire tutte le specie ospitate dall’acquario (accumulazione, trasporto, nutrizione, cura ed esposizione) e controllare ed avere cura di tutte le attrezzature richiede il quotidiano ed elaborano lavoro di una squadra che contiene anche biologi e tecnici.
Una cura speciale è dedicata alla preparazione e distribuzione del cibo agli esemplari ospitati dall’acquario. La loro dieta include calamari, mitili, gamberi, polipi, pesci e verdura fresca. Un sistema aperto di circolazione dell’acqua di mare è installato nell’acquario, cioè l’acqua è rinnovata continuamente, con un trattamento minimo, garantendo i termini di vita quasi naturali degli esemplari ospitati. L’acqua di mare, pompata a 44 m., è filtrata attraverso i pro-filtri e sand-filtri (filtri per la sabbia) e successivamente è distribuita ai serbatoi. Un volume di circa 75.000 litri di acqua di mare circola nelle installazioni dell’acquario, serbatoi curativi inclusi.
Il pH varia da 7,9 a 8,6, la salinità è circa del 39%, l’ossigeno disciolto 6.7-8.8 mg/l e la torbidezza è quasi zero. La telematica è usata per il controllo delle installazioni tecniche dell’acquario e dela qualità dell’acqua di mare. Un sitema chiuso è usato per i 3.500 litri di acqua dolce che circolano nei serbatoi del laboratorio e di mostra. L’acqua dolce subisce un trattamento ultravioletto ed è riciclata tramite i filtri meccanici e biologici, mentre i relativi parametri fisico-chimici sono controllati giornalmente. L’interessante collezione del museo contiene rare esposizioni accompagnate da materiale informativo e video-proiezioni.

Attività:
-ricerca oceanografica nei mari Egeo e Mediterraneo.
-sviluppo del “know-how”nel campo del aquariologia.
-studio e conservazione delle specie acquatiche in via di estinzione.
-salvataggio, trattamento, riabilitazione e rilascio degli animali acquatici feriti.
-cooperazione con altri istituti di ricerca.
-attività educative che puntano a risvegliare la coscienza ambientale
-trasferimento della conoscenza riguardante i mari a gruppi pubblici specifici tramite organizzazione di conferenze specializzate e seminari.
Via Kos, sulla punta nord dell’isola in citta’ nuova.